PAPERCLAY
Letteralmente Cartaceramica, la paperclay è un impasto di argilla, fibre di cellulose e acqua, in quantità variabili. L’aggiunta alle di fibre vegetali all’argilla non è una novità, basti pensare ai mattoni crudi adobe (argilla e paglia impastati con acqua) utilizzati nelle civiltà mesopotamiche ed egizie. Anche in India si riscontra l’impiego tradizionale di impasti crudi di argilla, papier machè, fibre e pula di riso, spezie macinate, etc. per la realizzazione di icone religiose e oggetti rituali, che risultano essere leggeri e molto resistenti. L’uso della tecnica paperclay si è presto diffuso anche fra i ceramisti perché semplifica enormemente la modellazione, l’assemblaggio, il trasporto da crudo degli oggetti creati. Le fibre di cellulosa legano in un intreccio stabile le particelle di argilla e contrastano la formazione di crepe, dimezzano i tempi di asciugatura e permettono la rivoluzionaria tecnica “bagnato su asciutto”.Chi ha lavorato con l’argilla sa che si può continuare a lavorare un oggetto (aggiungendo e togliendo),fintanto che questo è della durezza del cuoio; una volta essiccato non è più possibile aggiungere altra argilla a causa degli elevati ritiri. Le fibre di cellulosa, pur non diminuendo il ritiro, creano dei “ponti” tra argilla secca e plastica, facilitando così la perfetta adesione fra i due materiali. Eventuali crepe possono essere riempite con borbottina di paperclay. Alcuni testi parlano anche di intervenire anche su oggetti già biscottati. La tecnica “bagnato su asciutto” apre una serie di nuove possibilità di modellare oggetti molto fragili e complicati. La paperclay è anche considerato un materiale ecosostenibile poiché per introdurre la cellulosa nell’impasto si impiega normalmente carta riciclata, sotto forma di giornali, oppure come fiocchi di cellulosa riciclata, reperibili presso i rivenditori di materiali di bioedilizia. L’elevata traspirabilità, dovuta alla presenza di fibre, permette inoltre di accorciare i tempi di cottura, contribuendo così a risparmiare energia. Si può inoltre smaltare direttamente l’oggetto crudo e asciutto (monocottura) evitando così la biscottatura. Le fibre di cellulosa impediscono all’argilla di sciogliersi nel bagno di smalto, anche attuando la tecnica di immersione. Se l’oggetto prodotto non è particolarmente sottile e verrà conservato all’interno, è possibile evitare la cottura e realizzare un ulteriore risparmio energetico. In questo caso il pezzo può essere colorato o impermeabilizzato con molti prodotti che si impiegano per il legno o per il cemento. La paperclay è particolarmente adatta alla costruzione di sculture, anche di grandi dimensioni e di notevole spessore. Al contrario dell’argilla tradizionale l’asciugatura può essere accelerata con l’impiego di una pistola termica. Nella tecnica “umido su secco”, è fondamentale inumidire con acqua la parte sulla quale si vuole intervenire ed incollare le aggiunte con barbettina. Durante la cottura le fibre di cellulosa bruciano senza lasciare alcun segno visibile mentre sarà evidente il minor peso del prodotto.